Antonella e la tecnologia sono inversamente proporzionali. Non ho più un personal computer. Tanto meglio. Ho un telefono che può chiamarsi ancora tale solo grazie al nastro isolante che ne tiene attaccate le varie parti. Non ho uno stereo. Figuriamoci un i-pod!E non ho una fotocamera digitale. Quest'ultima, è l'unica cosa che rimpiango.
Venerdì mattina ero nell'autobus. In piedi. E con lo sguardo vagavo qua e là. Su un percorso ormai metabolizzato. E poi sono inciampata in un quadretto degno di nota: quattro donne. Casualmente vicine l'una all'altra. Casualmente della stessa età, più o meno, sessanta-settant'anni.
La prima ha cominciato a fissarmi stranamente da quando sono salita. Eppure ero vestita abbastanza bene, ero essenzialmente "in ordine" visto che stavo andando a lavoro. Se ne stava seduta a pensare a chissà cosa. Forse anche a me, visto che non smetteva di scrutarmi.
Dopo due o tre fermate sono salite altre tre donne.
Una delle tre è stata subito invitata dalla donnachenonlapiantavadiguardarmi a sedersi vicino a lei. Zoppicava e portava una stampella.Hanno cominciato a parlare amichevolmente. La signorazoppicante ringraziava la vicina dello spazio offertole sul sedile.Hanno iniziato a parlare dei malanni che pativano, a passare in rassegna tutti gli ossi che si erano rotte rispettivamente (parecchi!), a scambiarsi cure e nomi farmaceutici.Due donne piuttosto simili. Anche nell'aspetto, nell'abbigliamento.
Ls terza donna non era molto diversa.Forse nell'abbigliamento. Negli occhiali da sole. Nella gonna dai colori vivaci.
E infine, la quarta: stessa fascia d'età, capelli tinti scoloriti arancioni, gran fermaglio nei capelli bruciacchiati, un orecchino che pareva un lampadario, calze a rete, minigonna, maglia trasparente e reggipetto (bianco) in vista.
Le ho osservate a lungo. E non potevo non sorridere,essenzialmente perchè la donna evergreen osservava le sue coetanee e le si leggeva in faccia quello che pensava, mentre ogni tanto controllava che le sue calze a rete fossero ancora integre.
Avevo difronte quattro esempi di vita. Quattro modi (diversi) di reagire alla vecchiaia.Non giudicavo nessuna delle quattro, sia chiaro. Eppure offrivano numerosi spunti di riflessione. Sul tempo che ci muta, sul modo che ognuno ha di affrontare la vita.Le prime due erano corrose dal tempo che le ha rese consapevoli. La terza, mostrava la sfida ancora aperta con il tempo. Consapevole della sua non-giovinezza, evidente nella lunghezza della gonna, nel taglio dei capelli. Eppure non ancora sconfitta. La quarta, mi ricordava la donna portata ad esempio da Pirandello ne l'Umorismo.
E mi sarebbe piaciuto fotografarle.
lunedì 8 giugno 2009
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