venerdì 17 luglio 2009
E' venerdi. E sono felice. Fulvia non c'è. E sono ancora più felice. Ho mal di stomaco. Sono stata totalmente mangiata dalle zanzare. Maledette! Un'altra settimana intensa, questa. Senza fermarmi un attimo. Correndo da una parte all'altra di Roma sotto il sole assassino. Con due ore di sonno a notte sulle spalle. E con gli occhi semiaperti che sbadigliando forte lacrimano alcool. Oggi saprò se cambierò casa. Alla fine ho deciso di buttarmi. Di staccare quel cordone ombelicale che mi creo sempre in rapporto alle cose. Ai posti. Agli oggetti. Arrivo a trascinarmeli anche quando sono logori. Paura, insicurezza, il timore del nuovo. Stavolta ho deciso invece di tagliare. Netto. Ricominciare. Nuove persone. Nuovo letto. Ieri la laurea di Giò. E' stata davvero una piacevole serata. I suoi amici mi piacciono. Ed era bello osservarla mentre il padre e la madre se la coccolavano. Ho cercato di immaginare quando sarà il mio momento. Ma lo sforzo ero troppo e ho deciso di non pensarci più. Con mamma ultimamente non va. Un pò per la casa. Non si fida. Per lei i ragazzi si dividono i due categorie: drogati e non drogati. E ha deciso che i miei futuri coinquilini debbano essere per forza drogati. Colpa mia che le ho messo in testa tutte queste paure, queste ansie. Eppure ci sto male. Da un anno a questa parte ce l'ho messa davvero tutta per recuperare. Per farle capire che ero cambiata. Che con Giancarlo e tutta quella gente avevo chiuso ma...non è servito a molto. Con Gabriele non so cosa stia succedendo. Queste due settimane che non era a Roma a volte ci siamo sentiti. (Su facebook). Domande lapidarie. Risposte monosillabiche. E poi chiamate e squilli nel cuore della notte. Ieri è tornato a Roma. Ed io avevo la laurea. Stasera non lo so. Non so cosa quel ragazzo abbia nella testa. Sa essere dolce e nello stesso tempo sa come colpirmi. E già il fatto che in queste settimane l'abbia pensato, mi preoccupa. Sono perfettamente consapevole che non ne può uscire niente di buono. In ogni caso. Vedremo.
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