La Principessa sin da piccola aveva sempre mostrato una certa inclinazione ad andare oltre quello che vedeva. A rovistare tra vecchie stanze del palazzo. A inoltrarsi tra il labirintico giardino restandone spesso vittima. A tentare di capire cosa si nascondesse dietro le parole impronunciabili, dietro le cose da non fare, sotto quei vestiti troppo lunghi, dentro i bar, nelle stazioni, nelle strade, tra la gente.
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Dalla sua finestra socchiusa la Principessa guardava i palazzi diventare sempre più arancioni e poi rossi accarezzati da quel magnifico sole. Le campane della chiesa vicina ogni ora si scontravano con quel disco che girava nella stanza. Guardava quel sole che rendeva i cornicioni, quelle terrazze, quei palazzoni delle bombe, quella piazzetta innocua. Quel sole che addolciva e teneva ancora basse le euforie generali. Le signore a prendere il thè e le vecchiacce che la sanno lunga a far prendere aria alle dentiere ingiallite. E la Principessa se ne stava così...
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