giovedì 10 settembre 2009

09-09-09

Ho finito tardi di lavorare e seppur esausta avrei dovuto precipitarmi a casa a studiare. Invece avevo solo voglia di campari&gin. E così sono andata da Vito e ne ho preso uno. Ho conosciuto un signore e ho passato una piacevole mezz'ora. Abbiamo parlato di sua figlia, di infezioni canine, di studio, di precariato e di come ha visto cambiare San Lorenzo in questi anni. Mi descriveva com'era quand'era piccolo, cosa c'era al posto di quello, cosa c'era al posto di quell'altro. Il signore vende il pesce al mercato sotto casa la mattina e mi ha promesso ottimo pesce ad un ottimo prezzo. Ho bevuto un altro campari mentre al telefono cazzeggiavo con Veronica. E quando mi sono alzata ero (incredibilmente) già brilla. C'è anche da dire che Vito non si regola mai col gin. Avrei voluto restare in piazzetta tutta la sera. Avevo proprio voglia di perdermi un pò ma... la fame, la pipì e i capelli sporchi hanno avuto la meglio. Sono passata dal "Sultano" a prendere un kebab al volo, e anche là ho pArlato un pò con il simpatico tipo delle stupide leggi italiane. Sono tornata a casa e mi sono abbandonata alla mia pipì camparosa e al gustoso kebab.
Squilla il telefono. Mio zio. L'ansia sale. E infatti. Era la telefonata che sapevo prima o poi sarebbe arrivata.
A novembre scade il mio contratto. E zio è stato così -gentile- da ricordarmi che ora devo prendere una decisione. O lasciare. O accettare di continuare visto che può tranquillamente farmi rinnovare il contratto per un altro paio di mesi e poi farmi assumere definitivamente. Inutile sottolineare per quale scelta mio zio protende. Mentre mi ricordava (basta!!!!!!!!!!) della difficoltà di trovare un lavoro, dell'inutilità della mia laurea ecc ecc ecc ecc.... già sentivo i singhiozzi salire. Ho cercato di prendere tempo. Di dire che ne avremmo parlato ma... è stato chiarissimo: ho pochi giorni per decidere.
Tutto quello che è successo dopo la telefonata non so nemmeno come raccontarlo. Ho cominciato a piangere come una bambina. Ero sola a casa e non sapevo che fare. Non sapevo cosa pensare. A chi chiedere un consiglio. A chiunque avessi chiesto comunque sarebbe stato di parte. E io invece ho bisogno di una risposta giusta, obiettiva. Perchè non so dove sbattere la testa. Ho provato a telefonare mamma ma, come immaginavo, è finito tutto in urla e in calci al muro e a tutto quello che trovavo davanti.
Sono ad un bivio. E devo decidere. Lucidamente. Mi stanno chiedendo di scegliere ORA il mio futuro. Posso tranquillamente lasciare e sopportarmi per il resto dei miei giorni la delusione di mio zio, di mia madre che avrebbe sicuramente dormito notti tranquille all'idea di un futuro brillante e stabile. E magari mangiarmi le mani fra quattro anni quando sarò una precaria.
O posso continuare e dire addio all'università. Dare un esame quando ci riesco. Avere uno stipendio e pochissimo tempo per me e per tutto quello che ci sarebbe da fare a 21 anni.


IO NON SO CHE FARE.


*** è bandita la parola -sacrificio- grazie.

1 commento:

  1. felicità. in questa vita fatta di roba impermanente. tutto può cambiare e sai cosa? tutto lo fa. ricerca costantemente la tua felicità, fottitene del resto qualunque esso sia, focalizza l'obiettivo e se tu sei sicura dentro, il mondo ti seguirà. non sembra facile a farsi e infatti non lo è, ma tutto dipende da te.
    Crisis is crisis. tvb

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