lunedì 26 aprile 2010

25 aprile

Oggi mi sono svegliata presto. Nonostante abbia chiuso metà dell’infisso il sole con prepotenza mi ha svegliata. E non sono riuscita a dirgli di No. Non mi sono neppure lavata. Mi sono vestita e sono andata a bere un caffè. Poi ho comprato il giornale e mi sono seduta su una panchina all’ombra. Si è avvicinato un signore e mi ha chiesto se poteva sedersi vicino a me. Con piacere gli ho fatto posto, seppur la mia fosse l’unica panchina occupata. Abbiamo cominciato a parlare, ci siamo presentati, abbiamo parlato del caldo, del più e del meno, delle sue origini siciliane e della Basilicata. Mi ha chiesto il numero di telefono e se qualche volta mi andava di andare a casa sua.
“Mai perdere fiducia negli esseri umani, il giorno che accadrà sarà un giorno sbagliato” diceva Servillo ne Le Conseguenze dell’amore. Ci ho sempre creduto. Ci credo e non voglio smettere di crederci ma…

L’estate oggi pare proprio arrivata. Sono seduta ad un tavolo all’aperto e mi hanno appena servito un campari-gin. Ho camminato circa due ore, a vuoto. Sento il caldo appiccicoso sulla pelle. Sono a mio agio, stranamente. Sono seduta in mezzo ad altra gente e non me ne curo. Ho dimenticato il mio blocchetto e scrivo sul dorso de La Nausea. Di fronte a me un ragazzo sulla trentina. Non è bello. Ha quel qualcosa, però, che stuzzica la mia fantasia. Imbocca lentamente un ragazzo down sulla sedia a rotelle che continua a sbrodolarsi. Lo pulisce con cura. Gli legge e commenta le notizie del giornale. C’è qualcosa di estremamente dolce e buono nelle sue mani.

Mentre me ne sto qui ad osservare la gente e le cose che fanno il loro corso, non posso non pensare a come sarebbe la mia vita se non fossi una gran testa di cazzo, se ci fosse papà, se mamma lavorasse, se non avessi bisogno di lavorare, se non dovessi sudare ogni mese per far quadrare i conti che non quadrano mai. Magari oggi con questa testa riuscirei ad andare a lezione. A starmene davanti qualche bar a fotografare il mondo. Chissà…
Credo di aver perso il treno del mio futuro. Del MIO futuro. Eh già… credo che non sarò mai felice. Ma non dispero. Servirebbe?

4 commenti:

  1. disperare non serve
    adesso c'è l'alta velocità quindi recuperi in un attimissimo

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  2. ...siamo venuti per poco perchè per poco si va...
    g.

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  3. E il sipario è calato già,
    su questa vita, che tanto pulita non è
    e ricorda il colore di certe lenzuola, di certi hotel

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